Canti corali e composizioni originali di Claudio Macchi

Bibliografia autori 500

Le segunti note bibliografiche sono tratte da Sapere.it e  Wikipedia

Aiblinger Johann Kaspar
 

(Wasserburg am Inn, 23 febbraio 1779 - Monaco di Baviera, 6 maggio 1867) è stato un compositore e direttore d'orchestra tedesco.

Compì gli studi a Bergamo con Johann Simon Mayr e fu direttore d'orchestra a Milano e a Monaco.

Compositore di musica sacra e teatrale, contribuì con proprie raccolte e ricerche, e con la fondazione a Venezia dell'Odeon, al culto della musica del passato.

Si avvicinò alla musica attraverso il Maestro di Cappella della Chiesa di Sankt Jakob a Wasserburg am Inn. Studiò pianoforte e organo presso l'Abbazia Imperiale Benedettina di Tegernsee per proseguire gli studi al ginnasio gesuita di Monaco di Baviera. Convinto che solamente con un viaggio in Italia avrebbe completato la sua educazione musicale, si trasferì a Vicenza, dove studiò con J.S. Mayr, maestro di Gaetano Donizetti. A Venezia, dove, senza successo, tento di entrare al Conservatorio, conobbe Giacomo Meyerbeer. Arrivato poi a Milano, nel 1811, assunse la direzione del balletto di corte.

Aichinger Gregor

Compositore e organista tedesco (Ratisbona 1564-Augusta 1628). Allievo di Orlando di Lasso e, in Italia, di G. Gabrieli, fu vicario del coro e organista nel duomo di Augusta. Fra le sue numerose composizioni, sintesi della tradizione polifonica italiana e tedesca, sono: Sacrae cantiones (1590), Ghirlanda di canzonette spirituali(1603), Fasciculus sacrarum harmoniarum (1606), Cantiones ecclesiasticae (1607), con cui introdusse in Germania l'uso del basso continuo, Sacrae Dei Laudes (1609), Officium Angeli Custodis (1617), Flores musici ad mensam (1626).

Allegri Gregorio

(Roma, 1582 circa - Roma, 17 febbraio 1652) è stato un compositore, presbitero e cantore italiano.

Anerio Felice

Compositore italiano (Roma ca. 1560-1614). Figlio di un musico pontificio e fratello di Giovanni Francesco, fu autore di madrigali spirituali e profani e di altra musica sacra. Nel 1594 succedette a Palestrina, di cui era stato allievo, come compositore della cappella pontificia.


Anerio Giovanni Francesco

Compositore italiano (Roma 1567-Graz 1630). Figlio di un musico pontificio e fratello di Felice, fu allievo diPalestrina e poi maestro di cappella a Roma, Verona, Treviso e Cracovia. Significativo esponente della scuola romana, ha firmato una produzione vasta e assai varia, mostrando interesse nei lavori profani per illinguaggio monodico. Con la sua opera, legata agli ambienti di San Filippo Neri e dei gesuiti, e soprattutto con la pubblicazione del Teatro armonico spirituale (raccolta di madrigali e dialoghi religiosi, Roma 1619) ha contribuito allo sviluppo della lauda drammatica.

Animuccia Giovanni

Compositore italiano (Roma 1567-Graz 1630). Figlio di un musico pontificio e fratello di Felice, fu allievo diPalestrina e poi maestro di cappella a Roma, Verona, Treviso e Cracovia. Significativo esponente della scuola romana, ha firmato una produzione vasta e assai varia, mostrando interesse nei lavori profani per illinguaggio monodico. Con la sua opera, legata agli ambienti di San Filippo Neri e dei gesuiti, e soprattutto con la pubblicazione del Teatro armonico spirituale (raccolta di madrigali e dialoghi religiosi, Roma 1619) ha contribuito allo sviluppo della lauda drammatica.

Antonelli Cornelio

da Rimini, detto il Turturino. - Pubblicò «I dolci frutti» Lib. I de vaghi et dilettevoli Madrigali de diversi eccellentissimi autori a 5 v. (Venezia, Scotto 1570); raccolti quasi per sollazzo, «per a le volte scarcare l'animo, da continovi studi della mia professione affaticato».
(Dalla dedica, datata da Venezia il 1 giugno 1570).
Era forse maestro di cappella a S. Stefano?

Arcadelt Jacques

Compositore di origine incerta, forse francese (inizio sec. XVI-Parigi 1568). Con Ph. Verdelot, suo maestro, fu attivo probabilmente a Firenze prima del 1527 e dopo il 1532; fu poi a Roma (dal 1540) presso la Cappella Giulia e dopo il 1551 in Francia, prevalentemente a Parigi. Pubblicò tra il 1539 e il 1544 cinque libri dimadrigali (tutti a Venezia), messe, musica sacra e chansons, mantenendo nei diversi generi una singolare unità e purezza stilistica, un'eleganza e un equilibrio che nei madrigali non appaiono ancora influenzati dal cromatismo e dalla ricerca degli "affetti" nei suoi accenti più intensi. Analoga importanza Arcadelt ha nella storia della chanson.

Aretino Pietro

Scrittore italiano (Arezzo 1492-Venezia 1556). Figlio del calzolaio Luca del Tura, che ripudiò perfino nel nome, non perdonandogli di avere abbandonato la famiglia, si trasferì presto da Arezzo a Perugia, dove si dedicò alla pittura, e poi a Roma (ca. 1517), cercando fortuna e successo nell'ambiente cortigiano di Leone X. Amico di artisti, confidente di diplomatici, intimo dei letterati che frequentavano la corte, l'Aretino commissionava quadri, trafficava anticaglie, organizzava spettacoli e burle, scriveva versi e libelli con instancabile fervore. Dopo la morte di Leone X si creò una fama scandalistica per le "pasquinate", che scrisse in occasione del conclave, interpretando l'ansietà e la scontentezza dell'opinione pubblica riguardo all'elezione del nuovo pontefice. Durante il pontificato di Adriano VI si tenne lontano da Roma, ma vi ritornò nel 1523, col pieno favore del nuovo papa, Clemente VII; non riuscì, tuttavia, a sottrarsi alla violenza dei suoi nemici, i quali, nel 1525, lo fecero pugnalare. Scampato alla morte e vistosi abbandonato da Clemente VII, si rifugiò a Venezia, dove trovò l'ambiente ideale per lo sviluppo della sua personalità e per lo spettacolo inedito della sua scandalosa e inimitabile libertà.

Asola Giovanni Matteo

Scrittore italiano (Arezzo 1492-Venezia 1556). Figlio del calzolaio Luca del Tura, che ripudiò perfino nel nome, non perdonandogli di avere abbandonato la famiglia, si trasferì presto da Arezzo a Perugia, dove si dedicò alla pittura, e poi a Roma (ca. 1517), cercando fortuna e successo nell'ambiente cortigiano di Leone X. Amico di artisti, confidente di diplomatici, intimo dei letterati che frequentavano la corte, l'Aretino commissionava quadri, trafficava anticaglie, organizzava spettacoli e burle, scriveva versi e libelli con instancabile fervore. Dopo la morte di Leone X si creò una fama scandalistica per le "pasquinate", che scrisse in occasione del conclave, interpretando l'ansietà e la scontentezza dell'opinione pubblica riguardo all'elezione del nuovo pontefice. Durante il pontificato di Adriano VI si tenne lontano da Roma, ma vi ritornò nel 1523, col pieno favore del nuovo papa, Clemente VII; non riuscì, tuttavia, a sottrarsi alla violenza dei suoi nemici, i quali, nel 1525, lo fecero pugnalare. Scampato alla morte e vistosi abbandonato da Clemente VII, si rifugiò a Venezia, dove trovò l'ambiente ideale per lo sviluppo della sua personalità e per lo spettacolo inedito della sua scandalosa e inimitabile libertà.

Azzaiolo Filippo

Compositore (attivo a Bologna nel sec. XVI). Ecclesiastico, oltre a comporre, raccolse e pubblicò musiche popolari e popolareggianti. Nei tre libri di Villotte che pubblicò tra il 1557 e il 1569 si trovano composizioni sue e di numerosi contemporanei.

Banchieri Adriano

(Adriano da Bologna), compositore e teorico (Bologna 1568-1634). Studiò con G. Guami a Lucca, divenne monaco olivetano (1589) e dal 1596 fu organista a Bologna, Imola, Gubbio, Verona, Venezia, ecc. Ritornato a Bologna, fondò nel 1615 l'Accademia de' Floridi, ricostituita nel 1623 come Accademia dei Filomusi. Fu teorico di grande fama e apportò alla scrittura musicale numerose innovazioni, fra cui l'impiego della stanghetta di divisione della battuta e l'indicazione degli accidenti in chiave. Utilizzò tra i primi le indicazioni agogiche piano e forte e il basso continuo. Come compositore eccelse soprattutto nel genere del madrigale drammatico, che portò al massimo grado di perfezione ispirandosi direttamente ai modelli di A. Striggio, G. Croce e O. Vecchi. Composizioni principali: i madrigali drammatici o commedie armoniche La pazzia senile (1598), La barca di Venetia per Padova (1605), Il festino nella sera del giovedì grasso (1608), numerosi madrigali e pezzi polifonici sacri e profani; fantasie, canzoni alla francese e altro per organo; molti lavori teorici fra cui L'organo suonarino (1605). Con lo pseudonimo di Camillo Scaligeri scrisse trattati, discorsi paradossali, commedie, spesso mischiando lingua e dialetto. Vanno ricordati in particolare la Novella di Cacasenno, pubblicata poi con altre nei Trastulli della villa (1627), e la commedia La fida fanciulla (1628) di intento moralistico.


Bartolucci Rufino, noto anche col nome di Rophin o Maestro Rofino, oppure Ruffin, compositore italiano (Assisi xv sec. - 1539 ca.). Entrò in giovane età nell'ordine dei frati minori conventuali di Assisi. Divenuto sacerdote, fu, a Padova, maestro di cappella del duomo (1510-1520) e quindi della basilica del Santo (1520-1525). Dal 1525 al 1528 fu, a Perugia, maestro di cappella alIa corte di Malatesta Baglioni, quindi a Vicenza maestro di cappella del duomo. Nel 1531 tornò a dirigere la cappella antoniana nella basilica del Santo a Padova. Nel1532 lascio Padova, tornando ad Assisi, dove dal 1534 al 1537 e ricordato come maestro di cappella e dal 1537 al 1539 come custode del sacro convento. Nel 1539 si recò al capitolo dell'ordine svoltosi nel convento di San Fermo a Verona, dove fu magister musicae, e sembra morisse nello stesso anno. Lasciò varie composizione sacre e profane, di cui solo alcune date alle stampe. Nella sua opera Bartolucci si mostra uno dei piu notevoli esponenti dell'ultimo Quattrocento musicale e precursore del rinnovamento successivo con l'introduzione del doppio coro battente o spezzato nella polifonia liturgica. Nelle sue musiche profane si rilevano i pregi di una buona declamazione sostenuta da terse armonie. COMPOS. Messe e salmodia vespertina a 8 v. masch. in doppio coro a cappella; Motetti e canzone. Libra I (Roma 1520); La-mi-Ia-sol-la-re, vil1otta a 4 v. masch.; Non finsi mai d'amarte, canzonetta a 4 v. masch., in Canzoni, frottole et capitoli da diversi eccellentissimi musici composti nuovamente stampati et corretti (Roma 1526, Junta). BIBL. G. TEBALDINI, L'Archivio musicale della cappella antaniana, Padova 1895; F. TORREFRANCA, 1l segreto del Quattrocento, Mi1ano 1941; R. CASIMIRI, Musica e musicisti nella cattedrale di Padova in N. d'Arch., 1941; ID., Il coro battente e spezzato fu una novità di A. Willaert? in « Bollettino ceciliano » XXXVIII, 1943; G. D'ALESSI, Precursari dl A. Willaert nella pratica del coro spezzata, Vede1ago, Treviso, 1951; ID., La cappella musicale del duamo di Treviso, Treviso 1954; G. MANTESE, Storia musicale vicentina, Vicenza 1956; K. JEPPESEN, Italia sacra musica, 2 voll., Copenaghen 1962; A. GALLO e G. MANTESE, Ricerche sulle origini della cappella musicale del duomo di Vicenza, Venezia 1964; A. VAROTTI, La cappella musicale di San Rufino in Assisi. Contributo per una storia, Perugia 1966.


Berchem Jachet de

compositore e organista belga (Berchem ?-Ferrara 1580). Si sa con certezza che fu organista alla corte di Ferrara tra il 1555 e il 1561. La sua produzione madrigalistica si inserisce nel primo periodo della storia delmadrigale; musicò anche 93 stanze dell'Orlando furioso nel Primo, secondo e terzo libro del Capriccio a 4 voci (Venezia 1561).

resto in allestimento

Guillaume Bouzignac 

(Saint-Nazaire-d'Aude, 1587 circa - 1643 circa) è stato un compositore francese Dopo la formazione presso la cattedrale di Narbona, fu maestro di cappella presso le cattedrale di Angoulême,Bourges, Tours e Clermont-Ferrand.



Byrd William

Compositore inglese (Lincolnshire 1543-Stondon Massey, Essex, 1623). Forse il più insigne esponente del rinascimento musicale inglese, fu organista della cappella reale con Th. Tallis e, con lo stesso, si dedicò all'editoria musicale, favorito dal monopolio dell'attività ottenuto nel 1575. Con uno stile polifonico più vicino alla tradizione fiamminga che a quella italiana nel frattempo affermatasi, e tuttavia attento alle innovazioni, produsse varia musica vocale, sacra e profana (la prima in prevalenza su testi latini e destinata alla liturgia cattolica). La sua costante adesione alla fede cattolica non gli impedì però di comporre per il rito anglicano ilGreat Service, una delle sue musiche più belle, e alcuni altri lavori. Di grande importanza sono pure le composizioni strumentali, destinate soprattutto al virginale.

 Casali Giovanni Battista (Roma, 1715 - Roma, 6 luglio 1792) è stato un compositore italiano.

CascioliniClaudio, compositore italiano (Roma seconda metà del 600' verso il 1670 fu cantore e poi maestro di cappella presso San Lorenzo in Damaso (Roma). Compose esclusivamente musica sacra nella tradizione dello stile palestriniano e sopratutto per sole voci. Da Fetis fu erroneamente chiamato Claudio Casciatini.

Certon Pierre

Compositore francese (Melun 1510 ca. - Parigi 23 /2/ 1572). Chierico, appartenne a Notre-Dame di Parigi dal 1529, poi alIa Sainte-Chapelle, della quale fu cantore dal 1532 e maestro del coro dal 1542. ~ uno dei piu tipici rappresentanti della chanson polifonica francese. COMPOS. Pubblicò: 10 messe a 4 v.; 65 mottetti a 3-6 v.; salmi e cantici spirituaIi a 4 v.; piu di 330 chansons, pubbl. in volumi e in antologie daI 1533 al 1572. Altre si conservano mss. II suo Premier livre de Psaumes (1546) fu intavolato per liuto da G. Morlaye (1554). BIBL. M. BRENET, Les musiciens de la Sainie-Chapelle du Paiais, Parigi 1910; F. LESURE, P. Attaingnant. Notes et documents in Mus. Disc., 1949; F. LESURE, pref. a Psaumes de P. C. reduits pour chant et luth di G. Morlaye, Parigi 1957; P. PIDOUX, Les psaumes d'A. de Mornable, G. Morlaye et P. C. in « Annales de musicologie " V, 1957.

Clemens non Papa

pseudonimo del compositore fiammingo Jacques o Jacobus Clément (isola di Walcheren, Zelanda, 1510-Diksmuide 1556 o 1558). Lo pseudonimo gli fu dato probabilmente per distinguerlo dal poeta Jacobus Papa. La sua vasta produzione, che ebbe grande successo e diffusione presso i contemporanei, comprende 15 messe, ca. 475 mottetti e altra musica sacra, 94 chansons.

Compère Loyset

pseudonimo del compositore fiammingo Jacques o Jacobus Clément (isola di Walcheren, Zelanda, 1510-Diksmuide 1556 o 1558). Lo pseudonimo gli fu dato probabilmente per distinguerlo dal poeta Jacobus Papa. La sua vasta produzione, che ebbe grande successo e diffusione presso i contemporanei, comprende 15 messe, ca. 475 mottetti e altra musica sacra, 94 chansons.

Cróce, Giovanni, detto il Chiozzòtto

Compositore italiano (Chioggia 1557-Venezia 1609). Sacerdote e allievo di G. Zarlino, fu dal 1565 cantore in S. Marco a Venezia, divenendo in seguito vicemaestro di cappella (1595) e quindi maestro (1603). Fu uno dei più notevoli esponenti della scuola polifonica veneziana, nell'ambito della quale si colloca tutta la sua vasta produzione sacra (mottetti, messe, lamentazioni, ecc.). La sua produzione profana (Mascarate piacevoli e ridicolose, 1590; Triaca musicale, 1595; vari libri di madrigali e canzonette) mostra un fresco gusto del realismo e della caricatura, reso con vivaci procedimenti polifonici e frequenti omoritmie.

Baldassarre Donato

(o anche Donati) (1525-1530 - giugno 1603) è stato un compositore e cantore italiano, vissuto nella Repubblica di Venezia, appartenente alla scuola veneziana del tardo rinascimento.Egli fu maestro di cappella della prestigiosa Basilica di San Marco a Venezia alla fine del XVI secolo e una figura di primo piano nello sviluppo della musica profana italiana ed in ispecie della villanella.


Desprez Josquin

trascritto anche Des Prés o Desprès (1450 circa - Condé-sur-l'Escaut, 27 agosto 1521), è stato uncompositore franco-fiammingo.

Dragoni (Dragoni Giovanni Andrea)

 Compositore italiano (Mendola 1540 ca. - Roma 1598). Allievo di Palestrina, maestro di cappella di San Giovanni in Laterano di Roma dal 1576, dopo la morte di Palestrina fu incaricato dal cardinale Del Monte (insieme con Luca Marenzio, F. Valesi e M. Nanino) di stabilire l'autenticita di un'opera manoscritta concernente la revisione del Graduale, che il figlio di Palestrina, Iginio, assicurava autentica e sulla quale il parere fu negativo. La sua produzione continua la tradizione palestriniana. COMPOS. Pubblicò (a Venezia s.d.i.): Il l°1ibro de madrigali a 5 v. con J dialogo a 8 (1575, Ercde Scotto); Jl 2° libro de madrigaJi a 5 v. (1575); Jl 3° llbro delli madrlgali a 5 v. con 1 a 7 (1579); Jl 1° libro de madrigali a 4 v. (1581); II 1° libro de madrigali a 6 v. (1584); Jl 1° libro delle villanelle a 5 v. (1588); Madrigali a 5 v., libro 4° (1594, Vincenti); Motectorum 5 vocibus, liber 1 prima pars (Roma 1600, Muti, post.). Altre compos. sacre e profane in anto1ogie dell' epoca e mss.

Encina Juan de Fermoselle

detto Juan del Encina (Encinas, Salamanca, 12 luglio 1468 - León, 1529), è stato un poeta, drammaturgo ecompositore spagnolo.

Enrico VIII d'Inghilterra

 re d'Inghilterra dal 1509 al 1547, è stato uno dei protagonisti del Cinquecento ed in quanto tale ha ispirato registi, scrittori, drammaturghi e cantanti diventando così un personaggio universale.È però da precisare che molte delle "leggende nere" che circolano su di lui sono false: egli fu un uomo di grande cultura e di stampo prettamente rinascimentale[7]. Enrico è stato un uomo prestante ed energico, più noto per le sue vicende matrimoniali e dinastiche che non per i suoi atti politici, spesso conseguenza della sua vita privata. Fu anche compositore e fra i brani scritti da lui vi è sicuramente Pastime with Good Company or The Kynges Ballade[8], scritto attorno al 1510 ed eseguito tuttora da ensemble di musica rinascimentale. Di incerta attribuzione è invece il celeberrimo brano "Greensleaves", che la tradizione vuole composto dal Re per corteggiare Anna Bolena.



Ett Caspar

 Compositore e organista tedesco (Eresing, Baviera, 5 I 1788 - Monaco di Baviera 16 V 1847). Studioò a Monaco, dove fu, daI 1816 alIa morte, organista di San Michele. Si adoperò con entusiasmo per la riesumazione di musiche del passato e per la restaurazione del canto gregoriano. COMPOS. Molta mus. sacra (273 mss.) per il rito ortodosso, ebraico e cattolico. Scrisse: Cantica sacra in usum studiosae juventutis, 1827. BIBL. F. BIERLING, C. E., Ellbach 1906; B. A. WALLNER, Zum... 70. Todestag K.E.s in "Musica sacra", Ratisbona 1917.

Gabrieli Andrea

organista e compositore italiano (Venezia ca. 1510-1586). Le notizie sulla prima parte della sua vita sono incerte e contraddittorie e le tradizioni che lo vogliono allievo di Willaert non sono accertate. Nel 1564 succedette ad Annibale Padovano al secondo organo in S. Marco a Venezia e nel 1585 a Claudio Meruloall'organo principale, assumendo l'incarico che il nipote Giovanni, reale vincitore del concorso, gli aveva ceduto per deferenza. La fama di Gabrieli, grandissima in tutta Europa, fu accresciuta anche dalle sue relazioni internazionali e dalla diffusione delle sue opere a stampa. Per studiare con lui si recarono a Venezia musicisti tedeschi e olandesi, fra i quali Hassler e Aichinger e forse anche J. P. Sweelinck, oltre a numerosi italiani. È considerato il fondatore della scuola policorale veneziana, così chiamata perché fece ampio uso dicori divisi con funzione dialogica. Tale tecnica, già in parte adottata da Willaert, fu ampiamente rielaborata da Gabrieli con l'uso frequente di voci soliste e con strumenti (archi, ottoni) in rinforzo dei due organiaccompagnati. I grandi lavori policorali (a "cori spezzati") sono contenuti nella raccolta pubblicata nel 1587 (Concerti), che comprende lavori analoghi del nipote Giovanni. Nello stile policorale Gabrieli scrisse anche molte composizioni profane, e tra queste la Battaglia per sonar d'istrumenti a fiato (postuma, 1587, ma si tratta di un'elaborazione da Janequin) è giustamente famosa. Minore importanza rispetto alla musica vocale ha quella strumentale. La sua tecnica virtuosistica costituì uno dei presupposti per le esperienze diFrescobaldi.

Gabrieli Giovanni

Compositore italiano (Venezia 1554/57-1612). Nipote di Andrea Gabrieli, fu suo allievo e gli succedette nel 1586 come primo organista in S. Marco conservando l'incarico fino alla morte. Non si hanno maggiori dettagli sulla sua vita, se non la testimonianza, peraltro discutibile, che lo vorrebbe a Monaco fra il 1575 e il 1579. Fu conosciuto in tutta Europa e, come il celebre zio, accolse alla sua scuola musicisti poi divenuti famosi (fra tuttiHeinrich Schütz). Tenne inoltre contatti con Hassler, mentre non conobbe personalmente Praetorius il quale, illustrando ampiamente la sua musica nel Syntagma Musicum, diede un contributo determinante all'instaurazione del mito dei Gabrieli in Europa. Giovanni si mosse lungo le direttrici stilistiche individuate dallo zio, del quale fu però innovatore più profondo, soprattutto nel campo della musica strumentale pura, di cui è considerato il creatore. Egli estese a essa i principi della policoralità, della sovrapposizione e alternanza di cori e voci singole, perseguendo un possente e solenne gioco di contrasti da sviluppare, oltre che con un sapiente dosaggio delle sonorità, con arditi procedimenti di sequenza, progressione e sovrapposizione. Nelle sue canzoni da sonar (fu il primo a usare sistematicamente il termine sonata) utilizzò un numero di voci variabile da 8 a 33 (lo zio Andrea era arrivato fino a 8): celebre fra tutte è la Sonata pian e forte a 8 (1597). Minore importanza hanno le composizioni per organo, mentre nella produzione vocale, sacra e profana, egli dimostrò una tecnica ancora superiore a quella di Andrea nel trattamento della coralità, integrata con ricchi cori di strumenti (in particolare ottoni) con funzione concertante.

Gallus Jacobus

nome latinizzato del compositore sloveno Jacob Petelin, noto anche come Jacob Handl e Carniolus (Ribnica, Carniola, 1550-Praga 1591). Visse in diversi conventi dell'impero asburgico, fu cantore alla corte di Vienna (1574-75) e maestro di cappella del vescovo di Olomouc (1579-85) e della chiesa di S. Giovanni a Praga (1585-91). Autore di madrigali e di musica sacra, diffuse nell'Europa centrale le innovazioni della scuola veneziana, di cui accolse con originalità le acquisizioni.


Gastoldi Giovanni Giacomo

Compositore italiano (Caravaggio ca. 1555-? 1622). Attivo inizialmente a Mantova, dal 1609 fu maestro di cappella nel Duomo di Milano. Firmò una vasta produzione vocale, sacra e profana, comprendente canzoni,madrigali, messe, salmi, mottetti, vespri e una raccolta di Balletti a 5 voci (1591), pezzi vocali che ebbero enorme diffusione e che influenzarono molti compositori del tempo, primo fra tutti Monteverdi.


Gesualdo Carlo principe da Venosa

Compositore italiano (Napoli ca. 1560-1613). Fin da giovanissimo si dedicò alla musica con passione e impegno. Risposatosi nel 1594 con Eleonora d'Este, dopo l'uccisione della moglie Maria di Avalos, colta in flagrante adulterio (1590), si trasferì a Ferrara, entrando così in contatto con un ambiente culturalmente e musicalmente assai vivo (Luzzaschi, Tasso, Guarini e altri). Nel 1596 tornò a Napoli, dove proseguì la pubblicazione delle proprie opere iniziata a Ferrara. Oltre ad alcune composizioni sparse, ci sono pervenute di lui tre raccolte di musica sacra e sei libri di madrigali a cinque voci, pubblicati a Ferrara nel 1594-96 (I-IV) e nella stamperia del castello che il principe aveva a Gesualdo, a 80 miglia da Napoli, nel 1611 (V-VI). Gesualdo non diede alle stampe alcuna composizione monodica, anche se sicuramente ne scrisse.

GIibbons Orlando

Compositore e virginalista ( Oxford,batt. 25 XII 1583 - Canterbury 5VI 1625) E' il più illustre membro della famiglia. Nel febbraio del 1596 entrò a far parte del coro del King's College di Cambridge e fu allievo del fratello maggiore Edward. Il 21 III 1605 fu nominato organista della cappella reale, e tale rimase fino alIa morte. Diplomato in musica a Cambridge nel 1606, ebbe il dottorato a Oxford nel 1622. Fu virginalista di corte e, dal 1623, organista di Westminster Abbey, succedendo a J. Parsons. Autore di musica vocale sacra e profana e di musica strumentale, fu apprezzato soprattutto come grandissimo virtuoso di organo e virginale e stimato superiore perfino a W. Byrd e a J. Bull. Come compositore e uno dei piu rappresentativi e originali dell'epoca elisabettiana. Nella musica sacra, su testi inglesi, e da notare il nuovo genere del verse-anthem che con 0. Gibbons ha trovato le prime importanti affermazioni. Nei madrigali, e molto chiaro l'influsso italiano, soprattutto di Monteverdi. La genialità di 0. Gibbons si manifesta specie nella produzione strumentale, nella quale ha saputo trasferire i valori della tradizione polifonica cinquecentesca, sfruttando abilmenle il contrasto fra solista e gruppi strumentali. COMPOS. Pubblicò (a Londra). The First Set ot Madrigals and Motetts ot 5 Parts: apt for VIols and Voyces (1612); 9 Fantasies ot Three Parts (1610 ca.). Altre compos. si trovano in antol. dell'epoca. Restano mss.. anthems. inni. services; pezzi per virginale; fantasie, preludi, pavane, gagliarde, a!lemande, correnti e altro per str da tasto e per viole.

 Gombert Nicolas

(La Gorgue, 1495 circa - Tournai, 1560 circa) è stato un compositore fiammingo.

Giacomo Gorzanis (de Jacomo)

 (1520 c - Trieste, tra il 1575 e il 1579?) è stato un compositore e liutista italiano.

Guizzardi Cristofano (Cristoforo)

 Compositore italiano (Verona fine XVI sec. - ?). Fu maestro di cappella in San Giovanni in Laterano fino al 1622, precedendo A. Cifra, poi fu chiamato al Santuario di Loreto (1622-1624), che lasciò per rientrare a Verona. Dal 1634 al 1640 resse la cappella di Santa Maria Maggiore in Bergamo; poi dovette dimettersi per malattia. BIBL. G. TEBALDINI, L ' Archivio musicale delia Cappe/la Lauretana, Loreto 1921; A. GEDDO, Bergamo e la musica, Bergamo 1958.

Hassler Hans Leo

Compositore e organista tedesco (Norimberga 1564-Francoforte 1612). Massimo esponente di una famiglia di organisti attivi nei sec. XVI e XVII, nel 1584 a Venezia fu allievo di A. Gabrieli, quindi rientrò in Germania, dove operò come organista ad Augusta, a Norimberga e alla corte di Dresda. Scrisse madrigali, canzonette emottetti che risentono inizialmente dello stile di O. di Lasso, poi soprattutto di quello veneziano, e rappresentano un momento importante della diffusione dello stile italiano in Germania.

Kerle Jacobus de

 (Ypres, 1531 o 1532 - Praga, 7 gennaio 1591) è stato un compositore e cantore fiammingo.Fu uno degli ultimi esponenti della scuola franco fiamminga.Dal 1555 visse in Italia e fu operativo presso una chiesa di Orvieto. Nel 1562, durante il Concilio di Trento, fu a Roma al servizio dell'arcivescovo di Augusta e successivamente, nel 1565, tornò nella città natale, dove vi rimarrà due anni. Dal 1567 fu attivo come direttore del coro del Duomo di Augusta e nel 1575 si trasferì al monastero di Kempten. A Cambrai fu attivo come cantore a partire dal 1579 e nel 1582 fu per una breve periodo direttore di coro a Colonia. Nel settembre dello stesso anno fu nuovamente ad Augusta e in ottobre alla corte di Vienna. L'anno successivo si stabilì definitivamente a Praga, dove morì 9 anni dopo.Egli compose prevalentemente musica sacra, mottetti, vespri e messe, nella quale combina la polifonia della scuola franco fiamminga, della generazione successiva aJosquin Desprez, con quella della scuola romana (musica) di Palestrina. Oltre all'ovvio uso del linguaggio polifonico, introduce nei suoi lavori anche l'omofonia ecromatismi.




Janequin Clement

Compositore francese (Châtellerault ca. 1485-Parigi 1558). Sacerdote, fu canonico in vari centri della zona di Bordeaux sino al 1531; successivamente si trasferì nell'Anjou e nel 1534 divenne maestro nella cattedrale di Angers. Dal 1549 visse a Parigi, dove fu accolto nella cappella reale e nominato, poco prima della morte, "compositore ordinario del re". Una parte consistente dell'opera di Janequin, comprendente le opere religiose (mottetti, messe, salmi), è perduta o è pervenuta incompleta; la sua fama poggia così interamente sulle oltre 250 chansons polifoniche (per lo più a quattro voci). Alcune di esse (La bataille de Marignan, Le chant des oiseaux, La chasse, Les cris de Paris) ebbero enorme diffusione in tutta l'Europa del Rinascimento.

Lasso Orlando di 

(latino Orlandus Lassus; francese Orland o Roland de Lassus), compositore fiammingo (Mons, Hainaut, ca. 1532-Monaco di Baviera 1594). Fu a Parigi, in diverse città italiane e ad Anversa prima di entrare nella cappella ducale di Monaco, di cui fece parte dal 1556 alla morte, divenendone maestro nel 1560. La sua vastissima produzione abbraccia quasi tutti i generi musicali dell'epoca, comprendendo ca. 700 mottetti, 58 messe, poco meno di 200 madrigali, 33 villanelle, più di 90 Lieder tedeschi, ca. 150 chansons. Vi si ravvisa una sintesi delle tradizioni fiamminga, francese, italiana e tedesca, sotto il segno di una personalità creatrice libera ed estrosa. Insieme con Palestrina, Lasso è figura dominante della sua generazione: delle profonde differenze che lo separano dal musicista italiano si può considerare emblematica, nel campo della musica sacra, l'importanza preminente che assume in lui, rispetto alla messa, il mottetto. Nella sua evoluzione stilistica, il compositore accoglie inizialmente esperienze cromatiche (poi abbandonate) e tensioni espressive intense e complesse, con una forte e raffinata caratterizzazione psicologica, per volgersi poi a un linguaggio più rarefatto, caratterizzato da un'essenzialità rigorosa. Il suo linguaggio contrappuntistico preannuncia, per qualche aspetto, lo stile recitativo della monodia affermatasi nel decennio successivo alla sua morte.

La Rue Pierre de

 noto anche con i nomi di Petrus de Vico, Petrus Platensis Pierchon, compositore franco-fiammingo (Tournai 1460 ca, - Courtrai 20 XI 1518). Forse in gioventù si reco a Roma: non si hanno però notizie certe fino al 1477, anno in cui risulta al servizio della corte borgognona; dal 1489 al 1492 appartenne alIa confraternita di Nostra Signora a 's-Hertogenbosch,poi fu nuovamente, in qualità di cantore, presso la corte di Borgogna dove rimase dal1492 a11516, soprattutto al servizio di Filippo il Bello: al seguito di questo sovrano viaggiò nei Paesi Bassi, in Francia e in Spagna (nel 1502 e nel 1506), con G. van Werbecke, A. Agricola, N. Champion, Josquin Desprez e M. de Orto, facendo eseguire dalla cappella le proprie composizioni sacre. Era a Innsbruck nel 1503 a capo della cappella francese in gara con quella tedesca dell'imperatore Massimiliano d' Absburgo. Dal suo re ottenne nel1505 un canonicato in Notre Dame di Courtrai. AlIa morte del re, passò con la maggior parte della cappella al servizio della regina Giovanna, ma nel 1507 rientrava in patria riprendendo le funzioni di canonico a Courtrai e il suo posto, quale compositore, presso la corte di Borgogna, al servizio della reggente Margherita, sorella di Filippo; al suo seguito si recò nel 1513 a Lilla, dove incontrò la cappella inglese di Enrico VIII, della quale facevano parte R. Fayrfax e W. Cornish. Dal 1514 al 516 appartenne alIa cappella personale delI'arciduca Carlo, lo accompagnò in un viaggio in 0landa, ma nel1516 si ritirò a Courtrai. E forse I'unico musicista che possa rivaleggiare con il contemporaneo Josquin Desprez. Fu assai popolare e le sue composizioni erano note in Francia, in Italia, in Germania e in Spagna e vennero stampate dai maggiori editori del tempo (0. Petrucci, P. Attaingnant, N. Du Chemin, A. Le Roy, J. ott, G. Rhau, J. Petrejus, J. vom Berg). Nei trattati dell'epoca, le sue composizioni sono citate a esempio della tecnica canonica (H. Glareanus, G. Zarlino, P. Aron, G. M. Lanfranco). Fu infatti un maestro in quest'arte. Ma l'esigenza espressiva non lo lasciò insensibile e molti sono i passi omofoni e di chiara e semplice sillabazione, specialmente nell'ultima produzione. Spesso, nelle composizioni sacre, predilesse la struttura a 2 voci e I'alternarsi di gruppi di parti che prefigura la tecnica del coro battente. Tuttavia il campo nel quale giunse a una piu alta caratterizzazione della propria arte e quello della messa. COMPOS. Pubblico: 12 messe a 4 v. di cui 5 in Misse Petri de la Rue (Venezia 1503, Petrucci); 1 in Missarum diversorum auctorum liber I (ivi 1508-1509, id.); 1 in Misse Antonii de Fevin (Fossombrone 1515, id.); 2 in Liber quindecim missarum (Roma 1516, Antico); 1 in Liber quindecim missarum (Norimberga 1539; Petrejus); 2 in Missae Tredecim (ivi 1539, Ott). 1noltre sono mss. numerose messe a 4-6 v., 2 Kyrie, 5 Credo, 42 mottetti, 42 salmi, ca. 32 Chansons e aitro. BIBL. J. ROBYNS, P. de la R.: Ein bio-bibliographische Studie, BruxeJ1es 1954; M. PICKER. Three Unidentified Chansons by P. de la R. in MQ, 1960; N. DAVISON, The Motets 01 P. de la R., ivi 1962.


Lotti Antonio

Compositore e organista italiano (Venezia o Hannover 1666-Venezia 1740). Figlio di Matteo, maestro di cappella alla corte di Hannover, fu allievo di G. Legrenzi; nel 1687 entrò nella cappella di San Marco, dove fu prima cantore, poi organista. Attivo come operista sulle scene veneziane, dal 1717 al 1719 fu maestro presso la corte di Dresda, dove fu in rapporti con Bach (che ebbe per lui grande ammirazione) e con Händel. Tornato a Venezia, si dedicò esclusivamente alla composizione di musica sacra; nel 1736 fu eletto maestro di cappella in San Marco. Ebbe numerosi allievi, tra i quali B. Marcello, D. Alberti, F. Gasparini, B. Galuppi, G. B. Pescetti. La sua abbondante produzione teatrale, rappresentata dal 1692 al 1719, si segnala per la forza drammatica e la complessità della scrittura, aderente agli ideali del barocco. Giustamente celebrata è la sua musica sacra comprendente brani famosi, come il Miserere a 4 voci e organo e il Crucifixus a 10 voci. Minore interesse presentano i suoi oratori e le sue composizioni vocali da camera.

Marènzio, Luca

Compositore italiano (Coccaglio, Brescia, ca. 1553-Roma 1599). Visse prevalentemente a Roma, dapprima (1572-78) al servizio del cardinale Cristoforo Madruzzo, poi (1578-85) di Luigi d'Este. Nel 1589 partecipò a Firenze alle feste per il matrimonio tra Ferdinando de' Medici e Cristina di Lorena con due intermedi (La gara fra Muse e Pieridi e Il combattimento poetico di Apollo). Tornato a Roma nel 1589 fu al servizio degli Orsini e del cardinale Montalto. Nel 1595 passò alle dipendenze del re Sigismondo III di Polonia: non si conoscono con sicurezza i dati del suo soggiorno in quel Paese. Nel 1598 Marenzio era a Venezia; l'anno dopo a Roma (probabilmente come musicista della cappella papale) dove morì. La fama di Marenzio è essenzialmente legata alla sua produzione madrigalistica, che rappresenta un momento culminante nella fase più matura e raffinata del madrigale. In essa l'impiego magistrale della più ricca e complessa scrittura contrappuntistica cinquecentesca è posto al servizio di un'attenta ricerca espressiva, di un'invenzione estremamente varia e sciolta, sostanzialmente mantenuta all'interno di un'ispirazione legata agli equilibri rinascimentali: in tal senso Marenzio si differenzia dagli altri maggiori madrigalisti della sua età ed è estraneo alle febbrili ricerche diGesualdo (e alle sue più intense sperimentazioni cromatiche) e all'interesse di Monteverdi per il nuovo linguaggio monodico. Accanto ai 423 madrigali (raccolti in 1 libro a 4 voci, 9 libri a 5 voci, 6 libri a 6 voci e altri volumi) vanno ricordate le raffinate villanelle (118 in 5 libri), che come i madrigali ebbero larga diffusione anche fuori d'Italia, e la produzione sacra, quantitativamente più scarsa (e in parte perduta), ma non poco rilevante (si conoscono di Marenzio ca. 70 mottetti).

Marini, Biàgio

Compositore e violinista italiano (Brescia ca. 1597-Venezia 1665). Attivo a Venezia (1615-18), Brescia e Parma, dal 1623 al 1645 fu maestro di cappella alla corte di Neuburg. Nel 1649 era a Milano, nel 1652 a Ferrara, nel 1655 a Vicenza, quindi a Venezia. Autore di pregevole musica vocale e insigne violinista, Marini ha lasciato l'impronta più significativa nella vasta produzione dedicata al suo strumento, che contiene importanti innovazioni quali il tremolo e la legatura e lo pone tra i creatori della suite e della sonata per violino.

Merulo Claudio

(propr. C. Merlotti). Organista e compositore italiano, detto anche Claudio da Correggio (Correggio, Reggio nell'Emilia, 1533-Parma 1604). Organista a Brescia e successivamente (1556) in S. Marco a Venezia, dal 1566 al 1571 diresse una casa editrice musicale. Lasciata Venezia nel 1584, si trasferì forse a Mantova e nel 1586 a Parma, dove fu organista della cappella di corte, della cattedrale e della chiesa ducale della Steccata. Compose gli intermedi per Le Troiane (1566) di L. Dolce, la musica di scena per La Tragedia (1574) di C. Frangipane e altre musiche d'occasione. Importanti soprattutto le sue composizioni organistiche, che comprendono messe, ricercari, canzoni, toccate: in quest'ultimo genere, in particolare, Merulo ricopre un posto fondamentale nell'ambito della musica strumentale cinquecentesca per la geniale fusione di elementi virtuosistici, ispirati a una sensuale gioia del suono (secondo una linea di gusto tipica della scuola veneziana).

Monteverdi Claudio

Compositore italiano (Cremona 1567-Venezia 1643). Nato in una modesta famiglia, fu avviato giovanissimo alla musica, che studiò sotto la guida del maestro di cappella del duomo di Cremona, Marc'Antonio Ingegneri. A quindici anni, nel 1582, pubblicò la sua prima opera, una raccolta di Sacrae Cantiunculae a tre voci, cui seguirono nel 1583 i Madrigali Spirituali a quattro voci e nel 1584 le Canzonette a 3 voci. La pubblicazione delPrimo Libro dei Madrigali (1587) segnò il suo ingresso nel novero dei più grandi compositori europei del tempo. Negli anni giovanili Monteverdi si segnalò anche come suonatore di viola e in questa qualità entrò nel 1590 nella cappella musicale del duca Vincenzo Gonzaga a Mantova. Al suo seguito, fu nel 1595 in Ungheria e nel 1599 nelle Fiandre. Durante questi viaggi, specie il secondo, ebbe modo di fare fondamentali esperienze artistiche, venendo a contatto con un ambiente musicale allora tra i più fervidi e attivi d'Europa. La crescente importanza del ruolo di Monteverdi presso la corte mantovana, sia come compositore sia come concertatore e direttore di manifestazioni musicali, gli valse nel 1603 il titolo di maestro di cappella del duca Vincenzo. Nel 1607 esordì nell'ambito teatrale con l'Orfeo su libretto di Alessandro Striggio, favola in musica commissionatagli dal duca per rivaleggiare con gli sfarzosi spettacoli della corte fiorentina, che sette anni prima avevano inaugurato la consuetudine delle opere in musica con l'Euridice di Peri. La composizione, l'anno successivo, dell'Arianna (del quale è pervenuto solo il Lamento, un episodio rielaborato dallo stesso compositore anche come madrigale a cinque voci e come Lamento della Madonna in un travestimento sacro per voce e basso continuo), poneva Monteverdi alla testa del movimento che alle soglie del barocco andava saggiando le molteplici possibilità espressive offerte dalle nuove acquisizioni stilistiche quali la monodia accompagnata, lo stile concertante per voci e strumenti, le forme chiuse, lo stile vocale virtuosistico, ecc. Era in certo modo, da parte del musicista, una risposta alle violente critiche mossegli a più riprese dal canonico bolognese Giovanni Maria Artusi, che in Monteverdi indicava il rappresentante più significativo di una corrente iconoclasticamente negatrice dei supremi ideali di chiarezza e di equilibrio dell'estetica rinascimentale. Gli anni successivi, gli ultimi trascorsi dal musicista alla corte di Mantova, furono densi di attività in tutti gli ambiti musicali, tuttavia spicca la pubblicazione, nel 1610, della prima grande raccolta di composizioni sacre di Monteverdi, comprendente la Missa senis vocibus, costruita con la più cerebrale tecnica contrappuntistica di ascendenza fiamminga, e il grandioso Vespro della Beata Vergine, ispirato alla festosa misura dello stile concertante proprio della scuola veneta. Alla morte di Vincenzo Gonzaga (1612), Monteverdi lasciò la corte mantovana, probabilmente per contrasti con il nuovo duca Francesco, e l'anno successivo ottenne il posto, ambitissimo e ben remunerato, di maestro della basilica veneziana di San Marco. A Venezia rimase sino alla morte, stimato e onorato come uno dei più grandi musicisti viventi, attendendo serenamente ai propri obblighi di maestro di cappella (che prevedevano la composizione di opere sacre e religiose, purtroppo pervenute solo in parte nella raccolta Selva morale e spirituale edita nel 1640 e nell'altra, postuma,Messa a 4 voci et Salmi, del 1650), e impegnandosi in una fervida attività creativa, sia attendendo con regolarità alla pubblicazione dei propri madrigali (di cui nel 1638 pubblicò l'ottavo libro, intitolato Madrigali guerrieri et amorosi e contenente anche composizioni drammatiche, come il celeberrimo Combattimento di Tancredi e Clorinda su testo tratto dal XII canto della Gerusalemme Liberata di Tasso, e il Ballo delle ingrate), sia componendo opere e balletti per nobili famiglie veneziane e per le corti di Mantova, Parma e Vienna (pagine in gran parte perdute), sia scrivendo musiche sacre per chiese veneziane. A coronamento della propria attività compositiva, Monteverdi scrisse due grandi lavori teatrali per due teatri pubblici di Venezia: nel 1641 Il ritorno di Ulisse in Patria, su libretto di G. Badoaro, per il Teatro San Cassiano, e nel 1642L'incoronazione di Poppea, su libretto di G. F. Busenello, per il Teatro dei Santi Giovanni e Paolo.

Morales Cristobal

Compositore spagnolo (Siviglia ca. 1500-Málaga 1553). Presi gli ordini sacerdotali (1525), divenne maestro di cappella della cattedrale di Ávila (1526-28). Nel 1531 venne in Italia e dal 1535 al 1545 fu cantore della cappella pontificia. Tornò quindi in Spagna, dove fu maestro di cappella a Toledo (1545-47), Siviglia e Málaga (1551). Di Morales si conoscono 21 messe (e altri frammenti di messe), 91 mottetti, 16 magnificat, leLamentationes e altre composizioni sacre che, inserendosi nella tradizione fiamminga dell'età di J. Desprès e accogliendo anche elementi della scuola romana e della tradizione spagnola, ne fanno uno dei musicisti più insigni del suo tempo e il primo dei grandi polifonisti spagnoli.

Nanino Giovanni Maria

Cantore e compositore italiano (Tivoli 1544-Roma 1607). Fu allievo a Roma di Palestrina, al quale succedette come maestro di cappella di S. Maria Maggiore nel 1571. Ricoprì la stessa carica in S. Luigi dei Francesi, fu tenorista della Cappella Sistina e direttore della Cappella pontificia (1604-07). Fondò a Roma una celebre scuola musicale, in cui insegnò Palestrina, antenata dell'odierna Accademia di Santa Cecilia. Ottimocontrappuntista, scrisse numerosi mottetti, madrigali e canzonette. Ebbe fra i propri allievi il fratello Giovanni Bernardino (Vallerano, Viterbo, ca. 1560-Roma 1623). Questi fu maestro di cappella a Roma in S. Maria dei Monti, in S. Luigi dei Francesi e in S. Lorenzo in Damaso. Esponente di rilievo della scuola polifonica romana facente capo a Palestrina, scrisse diversi mottetti, salmi e madrigali. Fu tra i primi autori romani a usare l'accompagnamento dell'organo nelle composizioni vocali polifoniche.

Nasco Giovanni

Compositore fiammingo (m. Treviso 1561), forse identificabile con Jean Le Cock, detto Maître Jean. Fu primo maestro stipendiato dell'Accademia Filarmonica di Verona (1547-51), che per merito suo acquistò notevole importanza, e dal 1551 maestro di cappella della cattedrale di Treviso. Tra i migliori polifonisti della scuola veneta, della cerchia di V. Ruffo e di A. Willaert, compose molta musica sacra, ma divenne famoso soprattutto come madrigalista.

 Obrecht Jacob

 (Gand, 1457-1458 - Ferrara, fine luglio 1505) è stato un compositore fiammingo rinascimentale della Scuola franco fiamminga.Fu il più famoso compositore europeo di messe del tardo XV secolo, eclissato soltanto dopo la sua morte da Josquin Desprez. Scrisse anche molti mottetti e alcune chanson.


Palestrina Giovanni Pierluigi 

Compositore italiano (Palestrina, Roma, ca. 1525-Roma 1594). Fanciullo cantore in Santa Maria Maggiore a Roma, nel 1544 divenne organista e maestro di canto nel duomo di Palestrina. Quando Giovanni Maria del Monte, vescovo di Palestrina, divenne papa Giulio III, Palestrina fu chiamato a Roma come maestro della Cappella Giulia (1551), quindi (1555) cantore alla Cappella Sistina, ma nello stesso anno fu costretto da Paolo IV ad abbandonare il posto perché sposato. Divenne quindi maestro di cappella in S. Giovanni in Laterano (1555-60) e in Santa Maria Maggiore (1561-66). Dopo un periodo al servizio del Collegio Romano e del cardinale Ippolito d'Este, nel 1571 tornò a dirigere la Cappella Giulia dove rimase fino alla morte. Negli ultimi anni si dedicò anche alla pubblicazione delle proprie opere (che fu continuata dal figlio Iginio), mentre la sua fama crebbe molto oltre i confini nazionali estendendosi a tutta l'Europa musicale del tempo.

Pitoni Giovanni Ottavio

Compositore italiano (Rieti 1657-Roma 1743). Fu maestro di cappella ad Assisi, Rieti e dal 1677 in diverse chiese di Roma. Suoi allievi furono Bonporti, Durante, Leo e Feo. La sua vasta produzione sacra rivela grandedottrina contrappuntistica e ne fa l'esponente più significativo della scuola polifonica romana del tempo.


Porta Costanzo

 Compositore italiano (Cremona 1529 - Padova 19 V 1601 ). Entrato nell'ordine dei francescani conventuali, appartenne dapprima al convento di Casalmaggiore, poi si recò a Venezia intorno al 1549 per perfezionare i suoi studi musicali alla scuola di A. Willaert e strinse amicizia con C. Merulo. Dal 1552 fu maestro del coro del duomo di Osimo, dal 12 IV 1565 maestro di cappella della basilica di Sant'Antonio a Padova, dal 13 I 1567 maestro di cappella del duomo e del seminario di Ravenna e dal settembre 1574 della Santa casa di Loreto (in sostituzione di Pyonnier). Nel 1580 ritornò a Ravenna, dove rimase fino al 1589, quando fu nominato maestro di cappella del duomo di Padova. Nell' aprile 1595 riassunse la direzione della cappella della basilica di Sant' Antonio. Fra i suoi allievi piu noti furono: B. Ratti, L. Balbi, V. Bona, 0. Colombani, G. Diruta, A. Freddi, G. C. Gabussi, G. Ghizzolo, T. Graziani, L. Grossi, A. Mortaro, G. A. Piccioli, A. Prandi, P. Zallamella: un'intera generazione di musicisti che giustifica la venerazione dei contemporanei per il suo eccezionale magistero. Dedicatosi principalmente alla musica sacra, fu uno dei piu grandi maestri della polifonia classica, sia per la dottrina, sia per l'altezza d'ispiazione e per la monumentalità di concezione. Dominò la tecnica contrappuntistica con un gusto squisito assai moderno e vivace, a causa del quale dovette sostenere una dotta polemica epistolare con il cardinale Carlo Borromeo, in difesa dei valori coloristici (specialmente nell'uso degli strumentj) e in netto contrasto con le direttive di austera semplicitaà che il cardinale voleva impartire. COMPOS. Pubblicò (a Venezia. presso Gardano. s.d.i.): Il 1° libro de madrigali a 4 v. (1555); Motecto rum nunc primum in lucem prodeuntium liber primus 5 v. (1555); Liber primus motectorum 4 v. (1559); II I" libro de madrigali a 5 v. (1559); Quinque vocum musica in Introitus missarum quae in diebus dominicis cetebrantur (1566, Merulo e Betanlo); Quinque vocum musica in Introitus missarum quae in sotemnitatibus sanctorum omnium celebrantur (1566); Musica 6 canenda vocibus in nonnulia ex Sacris Litteris coliecta verba, liber I (1568); Il 2° libro de madrigali a 5 v. (1573); II 3° libro de madrigali a 5 v. (1573); Litaniae Deiparae Virginis Mariae quae in alma Domo Lauretana decantari solent cum musica 8 vocum (1575, Angeleri); Missarum liber I (1578); Liber quinquaginta duorum motecto-motectorum 4-8 vocum (1580); Musica 6 canenda vocibus..., liber III (1585); Il 4° libro de madrigali a 5 v. (1586); Hymnodia sacra ioiius per anni circulum 4 v. (1602); Motectorum 5 vocibus a cura dell'allievo P. Raou1 (1605); Psalmodia vespertina 8 vocibus decantanda cum 4 canticis B. Virginis itidem 8 vocum uno tantum excepto bis 8 vocibus concinnendo a cura di A. Lombardi (1605). Inoltre molta musica sacra e profana in antol. dell'epoca. Restano mss. numerose messe, fra cui: Missa Da pacem, Dominus a 8 v.; Missa mortuorum a 4 v.; Missa ducalis a 13 v., composta per l'elezione di Cosimo I a granduca dl Firenze. Ino1tre: Magnificat a 24 v.; molti madr. e numerose compos. strum., fra cui Gerometta a 8 v. Gli si attribuisce anche un trattato di contrappunto. BIBL. G. TEBALDINI.L ' Archivio musicale della Cappella Lauretana, Loreto 1921; R. CASADIO, La cappella musicale della cattedrale di Ravenna In N. d' Arch., 1939; A. GARBELOTTO, Il P.C.P. da Cremona OFM, Roma 1955; R. LUNELLI, Nota complementare sul musicista C.P. in « Miscellanea francescana », Roma i956; E. LOWINSKY, Early Scores in Manuscript in JAMS, 1960.

Rore Cyprien de

Compositore fiammingo (forse Anversa, ca. 1516-Parma 1565). Cantore in San Marco a Venezia, studiò conWillaert. Fu maestro di cappella alla corte di Ferrara dal 1547 al 1558, presso i Farnese a Parma dal 1561 al 1563, quindi in San Marco e infine, dal 1564, di nuovo a Parma. È considerato tra i maggiori polifonisti del Cinquecento e protagonista della prima grande fioritura del madrigale.

Ruffo Vincenzo

Compositore italiano (Verona ca. 1510-Sacile, Udine, 1587). Fu maestro di cappella nel duomo di Verona (ca. 1550-55), nel duomo di Milano (1563-73), a Pistoia e a Sacile (dal 1580). La sua produzione sacra, inizialmente legata alla tradizione polifonica fiamminga, aderì poi, dagli anni dell'attività milanese, allo spirito controriformistico imposto dal cardinale Borromeo mirando a una semplificazione del linguaggio, con l'uso di severi procedimenti accordali che consentissero una più diretta intelligibilità delle parole. Pubblicò mottetti, salmi, messe, responsori, Magnificat e un'opera strumentale (I capricci in musica a tre voci, 1564).

 Scandello Antonio

(Bergamo, 17 gennaio1517 - Dresda, 18 gennaio 1580) è stato uncompositore italiano.Lavorò come musicista nella corte degli elettori della Sassonia, a Dresda. Nel 1549 divenne direttore dell'orchestra della corte, e nel 1568Kapellmeister. La sua musica combina elementi del rinascimento italiano con quelli della tradizione musicale tedesca.Scandello compose una messa di suffragio per l'elettore Sassone Maurizio I (Missa super Epithaphum Mauritii), che era stato ferito a morte nella Battaglia di Sievershausen. La messa è basata su un mottetto dell'epitaffio Latino di Maurizio del direttore Georg Fabricius della scuola principesca di Meißen.


Scarlatti Alessandro

Compositore italiano (Palermo 1660-Napoli 1725). Si trasferì giovanissimo a Roma, dove compì gli studi musicali ed esordì nel 1679 come compositore teatrale con la sua prima opera, Gli equivoci nel sembiante. La fama rapidamente conquistata nell'ambiente musicale romano gli valse la protezione di Cristina di Svezia, che lo nominò maestro della sua cappella di corte; nel 1684 ottenne l'incarico prestigioso di maestro di cappelladella corte di Napoli. A Napoli risiedette sino al 1702, componendo trentacinque melodrammi e condizionando in maniera determinante la vita musicale della città, che divenne uno dei più importanti centri musicali europei. Nella speranza - presto delusa - di trovare una più remunerativa sistemazione presso lacorte medicea, per la quale aveva composto numerosi melodrammi, nel 1702 si trasferì in Toscana; nello stesso anno fu a Roma, dove venne nominato vicemaestro della cappella di Santa Maria Maggiore, entrò al servizio del cardinale Pietro Ottoboni e nel 1706 fu accolto con grandi onori nell'Arcadia. Nel 1708 il nuovo viceré di Napoli (che era nel frattempo caduta sotto il dominio austriaco) gli offrì di nuovo il posto di maestro di cappella a corte; Scarlatti accettò, anche in considerazione del fatto che nessun altro centro musicale italiano avrebbe potuto offrirgli di più, in un momento in cui le sue opere, di chiaro gusto barocco, sembravano non poter reggere a lungo il confronto con i più giovani rappresentanti del nuovo stile pregalante. A Napoli rimase per il resto della sua vita, salvo una parentesi a Roma tra il 1717 e il 1721; negli ultimi anni abbandonò la composizione operistica per dedicarsi completamente al repertorio vocalecameristico e religioso.

Scarlatti Domenico

Compositore italiano (Napoli 1685-Madrid 1757). Sesto figlio di Alessandro, con il quale compì gli studi musicali, nel 1701 fu nominato organista della cappella reale di Napoli, dove esordì nel 1703 come compositore teatrale. Dopo brevi soggiorni a Firenze e a Roma in compagnia del padre, passò a Venezia, dove completò gli studi sotto la guida di F. Gasparini. Trasferitosi a Roma, tra il 1709 e il 1714 fu maestro di cappella della regina Maria Casimira di Polonia, per il cui teatro allestì numerosi melodrammi; dal 1715 al 1719 fu maestro di cappella in San Pietro. Nello stesso anno si trasferì a Lisbona, dove l'anno successivo ebbe l'incarico di maestro di cappella presso la corte portoghese e si dedicò all'istruzione musicale dei principi, in particolare della principessa Maria Barbara di Braganza; abbandonato completamente il melodramma, scrisse esclusivamente pezzi vocali d'occasione e musica sacra. Nel 1733 seguì a Madrid Maria Barbara, divenuta regina di Spagna, al cui servizio rimase per il resto della propria esistenza. La produzione melodrammatica di Scarlatti, ammontante a una quindicina di melodrammi dei quali solo due, Tetide in Sciro(1712) e Narciso (1720), sono pervenuti nella loro interezza, non si segnala per particolari pregi stilistici o espressivi; più interessante è un intermezzo comico su libretto di G. Gigli, La Dirindina, rappresentato a Roma nel 1715, che si pone come una sorta di capostipite di questo fortunato genere musicale. Pagine di alto valore ha invece la sua musica religiosa, che lo rivela in possesso delle più sofisticate risorse della tecnicacontrappuntistica: notevole in particolare è uno Stabat Mater per 8 voci e basso continuo. § Ma la parte più alta della sua produzione è rappresentata dal corpus di 555 sonate per clavicembalo (di cui solo una cinquantina furono pubblicate durante la vita di Scarlatti), che costituiscono una delle espressioni più alte della musica strumentale settecentesca. Il problema della loro cronologia non è ancora stato risolto, anche se molti indizi farebbero supporre che la maggioranza delle sonate fu composta nel periodo estremo della sua vita. Direttamente legate alla sua pratica di virtuoso di clavicembalo, le sonate di Scarlatti hanno un'aderenza strettissima alle caratteristiche tecnico-foniche di questo strumento, il che toglie loro qualsiasi rigidezza o astrattezza di concezione. Lo schema consueto delle sonate (un movimento basato su un unico tema e diviso in due parti ritornellate) conosce nella pratica applicazione un numero sbalorditivo di varianti; parimenti ricchissimi sono i riferimenti al mondo musicale contemporaneo, dal concerto al melodramma alla cantata a espressioni popolareggianti. Anche a livello timbrico la sonorità del clavicembalo è piegata a riprodurre o a suggerire con inesauribile fantasia e con acutissima sensibilità le più svariate sonorità, da quelle dell'orchestra a quelle della chitarra spagnola. La singolarità dell'esperienza compositiva di Scarlatti benché già riconosciuta nell'Ottocento da personalità quali M. Clementi, C. Czerny, J. Brahms, fu pienamente apprezzata solo nel sec. XX, con l'avviarsi di una verifica a livello filologico e critico, ancora lontana dall'essersi conclusa.

Sermisy Claudin de

compositore francese (? ca. 1490-Parigi 1562). Dal 1508 fu clerc musicien della Sainte-Chapelle di Parigi; nel 1515 ca. divenne cantore e nel 1532 vicemaestro della cappella reale. Compì viaggi in Italia e Inghilterra al seguito di Francesco I. Godette di molta considerazione come autore di musica sacra (messe, mottetti, unapassione, lamentazioni), in virtù della sua abilità tecnica e del suo profondo sentimento religioso e contrib


Soriano Francesco

(anche Suriano), compositore italiano (Soriano nel Cimino, Viterbo, 1549-Roma 1621). Fanciullo cantore a Roma, vi studiò con G. B. Montanari, G. M. Nanino e G. P. Palestrina. Fu maestro di cappella nelle principali chiese romane (in S. Pietro dal 1603 al 1620) e alla corte di Mantova (1583-84). Tra i maggiori esponenti della scuola polifonica romana, pubblicò tre volumi di madrigali (1581, 1592, 1601), due di mottetti e salmi (1616), altra musica sacra e una Passione (1619).

Sweelinck Jan Pieterszoon

 /jɑn ˈpi:tərsˌzoːn ˈsʋe:lɪŋk/, in alcuni testi citato anche comePieter o Pietersz, (Deventer, aprile o maggio1562 - Amsterdam, 16 ottobre 1621) è stato uncompositore e musicista olandese, importantissimo innovatore della musica per tastiera a cavallo fra Cinquecento e Seicento.

Vecchi Orazio

Compositore italiano (Modena 1550-1605). Sacerdote, fu maestro di cappella del duomo di Salò, di quello di Modena (1583-1604, con varie interruzioni) e della Casa d'Este (1598-1600). Autore di una imponente produzione vocale - spaziante dal genere profano delle canzonette, dei balli vocali e dei madrigali a quello sacro della messa e del mottetto - lo si ricorda soprattutto come autore di madrigali dialogici, genere del quale è considerato iniziatore e maestro insigne. Nell'Amfiparnaso (1597), nel Convito musicale (1597) e nelleVeglie di Siena (1604), consistenti in catene di brani vocali legate a un pretesto drammatico, seppe genialmente piegare lo stile contrappuntistico a una straordinaria flessibilità espressiva, realizzando una sintesi dei più vari modi stilistici della vocalità cinquecentesca.

Verdelot Phlippe

(anche Verdellotto). Pseudonimo forse del compositore francese P. Deslouges (forse Carpentras, Valchiusa, ?-forse Firenze ca. 1552). Visse prevalentemente in Italia, dove fu maestro di cappella nel battistero di S. Giovanni a Firenze (1523-25), prima di essere attivo a Roma (1529-1530-1535), probabilmente a Venezia e infine nuovamente a Firenze. Con Costanzo Festa (che conobbe a Roma) è indicato fra i primi compositori importanti di madrigali cinquecenteschi, che scrisse in gran numero, contribuendo notevolmente a crearne lo stile, benché chiaro sia l'influsso italiano. Compose anche messe e mottetti improntati allo stile franco-fiammingo; poche sono tuttavia le musiche a noi pervenute.

Viadana Grossi Ludovico da

compositore italiano (Viadana, Mantova, ca. 1560-Gualtieri, Reggio nell'Emilia, 1627). Fu maestro di cappelladel duomo di Mantova, nel convento di S. Luca a Cremona, presso il duomo di Reggio nell'Emilia, la cattedrale di Concordia (Portogruaro), il duomo di Fano. Dopo il 1612 visse prevalentemente a Viadana. Autore di una vasta produzione, per gran parte di carattere sacro, dovette la sua fama alla raccolta di Cento concerti ecclesiastici (1602) a una, due, tre, quattro voci e organo, notevoli soprattutto per una nobile cantabilità unita a una sapiente scrittura contrappuntistica. Destituita di fondamento è l'attribuzione a Viadana del ruolo di precursore nell'uso del basso continuo.

Victoria Tomas Luis de

Compositore spagnolo (Ávila ca. 1550-Madrid 1611). Allievo forse di G. P. da Palestrina, nel 1569 fu nominato maestro di cappella di S. Maria di Monserrato, dal 1573 al 1578 presso il seminario romano e la chiesa di S. Apollinare. Ordinato sacerdote nel 1575, nel 1579 entrò al servizio dell'imperatrice Maria. Dal 1596 al 1607 fu cappellano nel monastero madrileno delle Descalzas Reales. Autore di una produzione interamente dedicata al repertorio sacro, diede il meglio di sé nell'Officium Hebdomadae Sanctae, per 4-8 voci (1585) e nell'Officium Defunctorum per 6 voci (1605). A un grande rigore formale unisce una fortissima tensione espressiva che ne fanno il più grande polifonista spagnolo del Cinquecento.

Willaert Adrian

Compositore fiammingo (forse Bruges ca. 1490-Venezia 1562). Maestro di cappella nella basilica di San Marco a Venezia dal 1527, fu tra i più noti e dotti polifonisti del Cinquecento. La sua produzione, dove si fondono elementi stilistici fiamminghi con influssi italiani, comprende tutti i generi vocali e strumentali praticati al suo tempo, eccellendo nel madrigale.

 Wilbye John

(Diss, 1574 - settembre 1638) è stato un compositore inglese di madrigali.

Zarlino Gioseffo

compositore e teorico della musica italiano (Chioggia 1517-Venezia 1590). Frate francescano, fu organista nella cattedrale di Chioggia e nel 1541 si trasferì a Venezia, dove fu allievo di A. Willaert; nel 1565 fu nominato maestro di cappella in San Marco, ufficio che tenne sino alla morte. Uomo di vasta cultura, si segnalò come grande didatta (suoi allievi furono C. Merulo, G. Diruta, V. Galilei, G. Croce, G. M. Artusi) e come buon compositore soprattutto nell'ambito sacro, ma fu soprattutto noto come teorico. I suoi trattati Istitutioni harmoniche (1558); Dimostrationi harmoniche (1571) e Sopplimenti musicali (1588) contribuirono a chiarire concetti fondamentali quali quelli relativi alla costituzione degli accordi e alla teoria delle scale e dei modi; essi sono inoltre testimonianze preziosissime su tutta la concezione compositiva tardorinascimentale.

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